La pandemia da COVID-19 sta avendo importanti conseguenze sia economiche che personali anche nelle attività sportive. Alcuni studi hanno dimostrato che l’assunzione di integratori vitaminici e in particolare quella di aumentare le concentrazioni nel siero di 25-idrossivitamina D [25(OH)D], potrebbe ridurre il rischio e/o la gravità della malattia da coronavirus. Sono stati identificati alcuni specifici meccanismi attraverso i quali la vitamina D potrebbe ridurre i rischi di infezione e gravità dal COVID-19: (1) indurre la produzione di molecole (catelicidina e difensine), che riducono la sopravvivenza e la replicazione del virus SARS-CoV-2; (2) ridurre l’infiammazione e la produzione di citochine proinfiammatorie, che danneggiano lo strato di tessuto epiteliale dei polmoni e di altri organi; e (3) aumentare la produzione dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2, limitando così la quantità della molecola a disposizione del virus che causa danni biologici. Alcuni studi clinici hanno già evidenziato che l’integrazione di vitamina D nella dieta riduce il rischio di infezioni acute del tratto respiratorio e altre evidenze hanno mostrato che l’incidenza, la gravità e la morte per COVID-19 sono inversamente correlate alle concentrazioni sieriche di 25 (OH) D.
(The Benefits of Vitamin D Supplementation for Athletes: Better Performance and Reduced Risk of COVID-19 Grant et al.Nutrients. 2020)