I bisfenoli sono interferenti endocrini e diversi studi clinici hanno correlato una relazione causa effetto tra l’esposizione prolungata a questa classe di molecole e la comparsa di infertilità, diabete e obesità. Uno studio dietetico spagnolo ha valutato l’esposizione di una popolazione adulta a nove analoghi dei bisfenoli (BPA, BPS, BPF, BPB, BPAF, BPZ, BPE, BPAP e BPP). Oltre 40 campioni di cibo in scatola e non in scatola sono stati acquistati nella città di Tarragona, in Catalogna e analizzati chimicamente. In particolare, il bisfenolo A (BPA) è stato trovato rispettivamente nel 93% dei cibi in scatola e nel 36% dei cibi freschi, con una concentrazione media rispettivamente di 22 e 5 microgrammi/kg. Solo un campione di asparagi in scatola (circa 90 microgrammi/kg) ha superato la nuova soglia fissata dalla Commissione Europea (50 microgrammi/kg). Sulla base dei risultati attuali, l’assunzione alimentare di BPA è stata stimata in 25 e 3 microgrammi/giorno rispettivamente per i gruppi in scatola e non in scatola. La presenza di BPA nei prodotti alimentari confezionati mostra l’ubiquità di questi composti lungo la catena di produzione alimentare fino al confezionamento. Il messaggio chiaro dalla lettura di questo lavoro è che andrebbe privilegiato il consumo di cibi freschi, per evitare l’accumulo nocivo di questi interferenti endocrini.
(Gonzales et al. Food Chem Toxicol, 2020. Concentrations of nine bisphenol analogues in food purchased from Catalonia (Spain): Comparison of canned and non-canned foodstuffs)