Serve una PAC post 2020 in grado di sostenere una vera transizione agroecologica dell’agricoltura
Oggi seconda tappa del Trilogo UE per il confronto tra Commissione, Europarlamento e Consiglio Agrifish sul testo finale della Pac post 2020. La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura dal web talk “Agroecologia e PAC post 2020” che si è svolto ieri ha inviato il suo appello alle Istituzioni UE: “serve una PAC post 2020 coerente con il Green Deal in grado di sostenere una vera transizione ecologica dell’agricoltura europea e italiana”.
Dal seminario online “Agroecologia e PAC post 2020”, che si è svolto ieri pomeriggio, la Coalizione #CambiamoAgricoltura ha rilanciato la sfida alle Istituzioni UE e al Governo italiano per una transizione ecologica della nostra agricoltura: “l’agroecologia è l’approccio alternativo all’agricoltura industriale che emerge dalle migliori pratiche realizzate in queste decenni, come, ad esempio, il biologico e il biodinamico. Un approccio sistemico, che consente non di guardare al singolo campo, ma una visione complessiva dell’azienda e del territorio, oggi coerente con le strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 proposte dalla Commissione Europea. Per questo serve una PAC post 2020 in grado di sostenere realmente questa transizione agroecologica”.
È da questo punto di partenza che la Coalizione #CambiamoAgricoltura ha organizzato ieri l’incontro web,la registrazione dell’incontro è disponibile sui canali social della coalizione), a cui hanno partecipato le Associazioni della Coalizione, le tre maggiori Associazioni agricole e il mondo della ricerca, per confrontarsi sulle reali prospettive offerte dalla politica europea per la promozione dell’agroecologia. Un dibattito molto partecipato, cui hanno assistito circa 400 persone in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube della Coalizione #CambiamoAgricoltura.
L’appello delle associazioni di #CambiamoAgricoltura, è rivolto in primis all’esecutivo comunitario che insieme alla delegazione del Parlamento UE e alla presidenza tedesca dell’Unione che svolge proprio oggi la sua seconda riunione formale del negoziato del Trilogo: “Bisogna tenere la barra dritta sulle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 che indicano obiettivi concreti e misurabili per il Green Deal dell’agricoltura europea. Le pressioni dell’agribusiness non possono e non devono fermare una rivoluzione sostenibile che non è solo eticamente necessaria, ma è anche la più economicamente redditizia, per il futuro del settore agricolo.
I fondi pubblici dei cittadini e contribuenti europei per questo settore essenziale per l’economia devono premiare i modelli di produzione che forniscono le maggiori esternalità positive, tutelando la biodiversità e affrontando i cambiamenti climatici, e non possono più finire nelle tasche di chi inquina, non rispetta la natura e di chi produce cibo in modo non sostenibile”, continuano le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura.
La PAC post 2020 rappresenterà quasi il 32% del bilancio UE 2021-2027 a cui si aggiungeranno le risorse straordinarie del Next Generation EU: oltre 58 miliardi di euro l’anno per la PAC e 8,2 miliardi di euro (a prezzi correnti) che il NGEU destina allo Sviluppo Rurale (di cui 925,1 milioni di euro destinati dal NGEU all’Italia a cui si somma il cofinanziamento nazionale), un ammontare di soldi che andrà a sovvenzionare l’agricoltura del Continente. La nuova Politica agricola europea avrebbe dovuto diventare uno degli strumenti del Green Deal, ma le revisioni uscite dal voto dall’Europarlamento e dalla decisione del Consiglio AgriFish non hanno impresso quella spinta innovativa che avrebbe dovuto sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura. Sono assenti gli strumenti e le risorse necessarie per arrivare agli obiettivi delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030: 50% della riduzione dell’uso di pesticidi chimici di sintesi nei campi, taglio del 20% dei fertilizzanti di sintesi, del 50% degli antibiotici negli allevamenti, conversione al biologico del 25% della superficie agricola europea. Mentre sul fronte delle misure di incentivi e deterrenti a seconda dell’impatto ambientale, non saranno tagliati – come da più parti si chiedeva – i sussidi agli allevamenti intensivi di bestiame, responsabili di tre quarti delle emissioni dei gas serra a livello europeo dell’intero comparto agricolo. Di conseguenza come ora l’80% dei fondi finirà al 20% delle aziende agricole più grandi.
La Commissione – con un intervento non rituale – ha ribadito proprio in questi giorni, per bocca del Commissario europeo, Frans Timmermans, la sua volontà di rinforzare le misure a favore della sostenibilità ambientale dell’agricoltura. La Coalizione #CambiamoAgricoltura conferma il suo sostegno alle posizioni espresse dalla Commissione Europea: “per garantire una riforma della Pac che includa gli obiettivi del Green Deal e della Strategia Farm to Fork”, hanno ribadito i promotori dell’iniziativa durante il dibattito del seminario: “Occorre fare chiarezza una volta per tutte su cosa significa agroecologia e transizione ecologica dell’agricoltura. Le sovvenzioni per la conversione ecologica non possono essere destinate in maniera generica o a metodi agricoli che utilizzano quantità elevate di pesticidi di sintesi. Devono servire a finanziare e implementare maggiormente quei modelli agricoli che – come il biologico e biodinamico – possono ottenere risultati concreti di taglio delle emissioni di gas serra, di tutela della biodiversità, di salvaguardia dei suoli fertili e delle risorse idriche, di produzione di cibo sano e pulito”. Un obiettivo, questo, ridimensionato dalle decisioni del Parlamento UE e del Consiglio AgriFish sulla riforma della PAC post 2020.
Anche il Nostro Paese potrà e dovrà fare la sua parte attraverso il Piano Strategico Nazionale. “Occorre, quindi, che il confronto sulla riforma della PAC e sulla redazione in Italia del PSN si apra con maggiore trasparenza a tutti gli interlocutori interessati: ambientalisti, associazioni del biologico e consumatori. “La politica agricola non si ferma ai confini dei campi coltivati, è strategica per l’ambiente e per il sistema Paese”, ribadisce la Coalizione #CambiamoAgricoltura. “Alla ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, chiediamo subito l’apertura del tavolo di lavoro sul Piano Strategico Nazionale in attuazione della PAC post 2020, ad iniziare dall’analisi condivisa dei fabbisogni nazionali per una agricoltura sostenibile. Tutti gli attori sociali ed economici devono inoltre essere coinvolti nel confronto sui progetti da finanziare con le risorse straordinarie del Next Generation EU e sull’avvio della transizione ecologica già nella fase transitoria 2021-2022 della PAC”.
“Le componenti più avanzate sia del mondo scientifico che economico – continuano le Associazioni aderenti alla Coalizione #CambiamoAgricoltura – sostengono pienamente le nostre posizioni e chiedono una svolta radicale. Non solo per il contrasto ai cambiamenti climatici ma anche per dare più forza all’agricoltura. Valorizzare la strategia Farm to fork e quella sulla biodiversità all’interno della PAC significa implementare il reddito degli agricoltori, vuol dire cioè offrire più opportunità di lavoro dignitoso e condizioni di vita migliori per migliaia di aziende e di persone”.
La coalizione #CAMBIAMOAGRICOLTURA
#CambiamoAgricoltura è nata per unire tutte le organizzazioni e le persone che pensano che l’attuale Politica agricola comune (PAC) sia in crisi e abbia bisogno di essere riformata. La Coalizione #CambiamoAgricoltura è costituita da un’ampia coalizione di Associazioni ambientaliste, dell’Agricoltura sostenibile e Associazioni di consumatori, il cui tavolo di regia è costituito da: ACU Associazione Consumatori Utenti, Associazione Italiana di Agroecologia, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Accademia Kronos, CIWF Italia, Associazione Agricoltura Biodinamica, FederBio, ISDE – Associazione Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, ProNatura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e Wwf Italia.